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Festival Cinema Venezia 2009: recensioni film, interviste

 
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La recessione non entra in sala

di Boris Sollazzo

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Il cinema e la crisi, due entità in conflitto. Quando l'economia va in tilt, la settima arte reagisce in maniera atipica. Con una produzione "embedded" (vedi il post 1929), tra propaganda e sano ottimismo e con capolavori di coerente rottura verso la fine dell'onda lunga del tracollo; con una nouvelle vague rivoluzionaria e cattiva (vedi la New Hollywood degli anni 70) o con una più complessa, a tratti contraddittoria, riflessione che spesso si rivolge al passato, fa fatica a guardare il futuro e che al presente riesce a rapportarsi "solo" col cinema della realtà, quello del documentario.

Ed è quello che succederà a Venezia. La crisi, che ha dominato le pagine dei giornali, i pensieri di lavoratori e imprenditori, i saliscendi delle borse ed è diventata l'ossessione di tutti, dai governi ai piccoli risparmiatori, fa fatica a farsi largo nella narrazione per immagini. Non solo perché i mutui subprime sono un thriller solo per chi li ha subiti ma di fronte a una macchina da presa non fanno una gran figura, ma perché il cinema è una forma di cultura ed espressione che racchiude in sé sguardi a brevi e lungo termine, che a volte metabolizza e altre anticipa i crocevia della storia.

E così bisogna cercare nel programma degli spunti, più che un filo rosso che racconti il nostro mondo in rosso. E scopriamo che per raccontare il Sud, l'Italia, la famiglia, Peppuccio Tornatore si affida a un kolossal che percorre 70 anni della natìa Bagheria, Baarìa appunto, e così fa anche, a suo modo, Michele Placido, che torna all'anno chiave, secondo lui, che ha cambiato il mondo, in meglio e in peggio, il 1968. Entrambi partono da sé: uno da un intero paese, il suo, ricostruito in Tunisia, l'altro da un pezzo di biografia personale affidata al personaggio di attore e poliziotto interpretato da Riccardo Scamarcio.

Come sempre sono i registi più impegnati, schierati e arrabbiati a guardare in faccia il presente. Michael Moore lo fa senza mezzi termini, unico a pronunciare la parola crisi, il solo a cercare risposte e responsabili: il suo Capitalism: a love story, insieme all'esordio Roger & Me e al penultimo Sicko possono definirsi la trilogia della caduta degli Stati Uniti: industria automobilistica, sanità e Wall Street in tre film che riflettono sulle cause profonde di un declino politico ed economico che tutti, regista compreso, chiedono a Barack Obama di arrestare. Esce dall'impero e dall'imperialismo americano Oliver Stone, per attestarsi sul suo confine, con South of the border. Un viaggio nel pianeta Chavez, come già aveva fatto con Fidel Castro in Comandante e Looking for Fidel, una pericolosa e affascinante provocazione: scoprire il "nemico" per evidenziare i fallimenti del proprio sistema.

Infine c'è il film di finzione di Citto Maselli che, con Le ombre rosse – un Lettera aperta a un giornale della sera quarant'anni dopo – esprime un dolente attacco alla sinistra radical chic di loft e girotondi, una riflessione politica che (ri)parte da un centro sociale. E se Steven Soderbergh con Matt Damon in The informant! ci racconta lo spionaggio industriale, l'amoralità della crisi che ha rotto ogni regola, forse la riflessione più intensa e organica in proposito è quella di Todd Solondz. Life during Wartime è il sequel del suo Happiness e si incentra sulla classe media Usa cancellata dall'attuale, inevitabile, sottoproletarizzazione di massa.


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LE PROIEZIONI DI OGGI
Film in concorso
Baarìa di Giuseppe Tornatore (il film, in dialetto siciliano con sottotitoli in italiano e inglese, aprirà ufficialmente il festival, con una proiezione serale oltre a quelle del mattino)
The Road di John Hillcoat
Sezione «Fuori concorso»
Rec 2 di Jaume Balagueró e Paco Plaza
Ehky ya Schahrazad di Yousry Nasrallah
Great Directors di Angela Ismailos
p Le ombre rosse di Francesco Maselli
Sezione «Questi Fantasmi 2»
La fiamma che non si spegne di Vittorio Cottafavi
Radio Giornale n. 5 di Giorgio Simonelli
Cenerentola e il Signor Bonaventura di Sergio Tofano
Temporale Rosy di Mario Monicelli
Donne senza nome di Géza von Rádvany
Sezione «Giornate degli autori»
Ragazze - La vita trema di Paola Sangiovanni
Honeymoons di Goran Paskaljevic
Vittorio D di Mario Canale e Annarosa Mori
Je suis heureux que ma mère soit vivante di Claude & Nathan Miller
Celda 211 di Daniel Monzòn
L'amore e basta di Stefano Consiglio
Barking Water di Sterlin Harjo

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